La Porta Campanina comprende quel settore dell’abitato racchiuso fra via Consolare (da piazza del Comune a Porta Napoletana, anticamente Porta Posterula), via S. Giorgio e il perimetro delle mura civiche dalla estremità settentrionale di via S. Giorgio a Porta Posterula. Il rione prende il nome dalla Porta Campanina o Campagnola, menzionata la prima volta nel 1181, che si apriva nelle mura presso la chiesa di S. Benedetto, in asse con la via Leone Leo. Così la descrisse Teodoro Valle nel 1646: Scorgesi in quesf ìstessa parte presso la detta chiesa (S. Benedetto), e proprio nella muraglia che cinge la Città una porta con arco voltato di viva pietra, alla destra, e sinistra della quale si veggono dei Leoni di Marmo murati anche molto antichi. La porta ed i muri che la fiancheggiavano furono demoliti prima del 1910.
Nell’ambito del rione si trova la chiesa di S. Benedetto, la più antica di Priverno, risalente probabilmente al IX-X secolo, con affreschi del XIII secolo ed altri più recenti fra i quali il resto di una Annunciazione, attribuita a Pietro Coleberti da Piperno, e quelli dell’abside, opera del XVI secolo dovuta, forse, a Pomponio Palombo pittore originario di Villa S. Stefano, ma residente a Priverno. La chiesa per secoli è stata parrocchia abbaziale di Fossanova gestita da parroci cistercensi almeno fino al XVII secolo; solo con la soppressione di Fossanova (1810) è passata definitivamente alla gestione del clero secolare.
In fondo alla via S. Giorgio, a ridosso delle mura, vi era un’altra chiesa dedi¬cata a questo santo – documentata dal XIII secolo e rimasta aperta al culto fino alla seconda metà del XVIII – di cui restano solo alcuni ruderi compresi quelli della parete absidale.
Sulla via S. Giorgio si innalza una bella facciata della fine del XIII secolo appartenente ad un edificio che attraversa tutto l’isolato racchiuso fra via S. Giorgio e via Cavour. L’edificio, attualmente in fase di restauro, per le sue caratteristiche architettoniche può ritenersi l’antico bargello della città.
Tra gli edifici di via Consolare si distinguono due costruzioni del XVIII secolo dovute alla famiglia Locatelli e alla famiglia Crossetti, poi Spadaro.
Le vie interne del rione sono tutte caratterizzate da abitazioni medievali molte delle quali conservano ancora le antiche “cimase” (scale esterne) e piccoli portali ogivali.
Fino alla metà del ‘900 nel rione Campanina, soprattutto in via Garibaldi e nelle adiacenze di Porta Napoletana, operavano ancora abili artigiani del rame battuto, specializzati nella confezione di recipienti – conche, conconi, tegami, paioli, ecc. – necessari per la cucina e per altri usi domestici.