Porta Paolina

Porta Paolina, il rione più piccolo di Priverno, è contenuta tra via Consolare (da piazza del Comune a Porta Caetana, ora piazzale XX Settembre), via S. Giorgio e le mura (attuale percorso di via Regina Camilla). Il rione prende il nome dalla Porta Paolina – l’unica che ha conservato l’antico nome anche se nella forma dialettale di Bucio della Pallina -. Porta Paolina si trovava nell’omonima odierna piazzetta e fu demolita, dopo il 1892, nel contesto dell’incipiente urbanizzazione fuori le mura. Il rione di Porta Paolina è menzionato in atti notarili del 1420 e 1441 pubblicati da Gelasio Caetani (Regesta Chartarum, voi. III).

Probabilmente in questa contrada ebbe la sua bottega il pittore Pietro Coleberti da Piperno, attivo durante la prima metà del XIV secolo, a Priverno, Sermoneta e Roccantica in Sabina.

Pur nelle piccole dimensioni dei suoi quattro isolati, Porta Paolina conserva notevoli testimonianze architettoniche ed urbanistiche, come il suggestivo sottopassaggio medievale di via Pietro Micca che unisce via Consolare a via Pomponio Palombo, pittore che ebbe anche lui la bottega e la dimora in questa contrada. Senza dubbio l’edificio civile più significativo, per i ricordi storici ad esso legati, è l’ex dimora Valeriani-Guarini che si affaccia sulla piazza del Comune davanti alla Cattedrale.

La costruzione, dovuta alla potente famiglia Valeriani, di cui esistono solo le bifore del primo piano, fu notevolmente modificata all’inizio del XVI secolo, quando passò ai Guarini tramite vincoli matrimoniali. Divenuto proprietà comunale l’edificio fu adibito a osteria e locanda e all’inizio del ‘900 fu venduto agli Antonelli di Priverno che, tra il 1924 e il 1925, sotto la guida diretta della Regia Soprintendenza, lo restaurarono dandogli l’aspetto attuale.

Nella Porta Paolina sono presenti due chiese: S. Nicola e Purgatorio. La prima, sorta nel XII-XIII secolo, fino all’inizio del Seicento è stata chiesa parrocchiale. Durante la prima metà del XVII secolo, in seguito al lascito testamentario di Pomponio Palombo (1592), negli ambienti spettanti alla chiesa fu ricavato un collegio per la pubblica istruzione gestito dai padri Dottrinari che rimase regolarmente in funzione fino all’inizio dell’800 e poi, in maniera discontinua e con altri docenti, fino a tempi recenti.

L’altra chiesa fu costruita a cura della confraternita del Suffragio, tra il 1734 e il 1777, su un sito già occupato dall’ospizio dei sacerdoti poveri di passaggio a Priverno. All’interno della chiesa del Suffragio, o di Purgatorio, è possibile vedere numerose opere di Giuseppe Camponeschi, pittore romano vissuto e attivo a Priverno e dintorni durante la seconda metà del XVIII secolo.